Arrivano ulteriori conferme riguardanti l’accordo raggiunto tra Marzo e Aprile 2022 che avrebbe potuto mettere fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Gli analisti di Foreign Affairs hanno esaminato le bozze degli accordi scambiati tra Mosca e Kiev in seguito agli incontri avvenuti in Bielorussia e in Turchia.
L’accordo offriva all’Ucraina delle «garanzie di sicurezza assolute», che implicavano un intervento diretto da parte degli Stati garanti – i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite insieme a Canada, Germania, Israele, Italia, Polonia e Turchia – i quali in caso di futura aggressione «avrebbero preso parte attiva alla difesa dell’Ucraina».
Le parti concordarono un comunicato che prevedeva la neutralità di Kiev, la quale avrebbe rinunciato all’ingresso in alleanze militari – la NATO – muovendo però i primi passi verso l’adesione all’Unione Europea, adesione che sarebbe stata sostenuta e facilitata anche dalla Russia. Lo status della Crimea sarebbe stato oggetto di una discussione futura, mentre nessun accenno veniva fatto alla questione territoriale e dei confini. Il trattato fu redatto da Kiev e approvato da Mosca.
Nonostante le prime notizie relative ai massacri di Buča le trattative proseguirono. Il ruolo dell’allora Primo Ministro del Regno Unito – Johnson – fu decisivo per far fallire le trattative. Il principale negoziatore ucraino dichiarò che «quando siamo tornati da Istanbul, Boris Johnson è venuto a Kiev e ha detto che non firmeremo nulla con i Russi – e continuiamo a combattere».
Se la guerra continua, le responsabilità sono da attribuire a Washington e Londra, le quali non avevano alcun interesse nel fornire queste garanzie di sicurezza all’Ucraina. Il loro unico obiettivo era quello di prolungare le ostilità per procura contro la Russia e indebolire l’Europa. Questo costrinse gli Ucraini ad abbandonare i colloqui e marciare verso il baratro della guerra a oltranza.