L’INTERDIPENDENZA FRA EUROPA E RUSSIA 

Mentre la produzione in Europa è sempre più in difficoltà, la Russia è cresciuta del 3,6% nel 2023 e le previsioni del Fondo Monetario Internazionale la danno in crescita del 3,2% anche nel 2024, grazie al rapido passaggio a un’economia di guerra, che però costringe il Cremlino a destinare almeno il 6% della spesa pubblica nel settore della difesa. Ma se l’Europa piange, la Russia non ride.

Nonostante siano aumentate le vendite di petrolio, nel 2023 – per la prima volta dopo oltre 20 anni – la società energetica statale Gazprom ha registrato una perdita pari a 6,8 miliardi di dollari, dovuta soprattutto alla diminuzione del commercio di gas con l’Europa. Pur avendo incrementato le esportazioni verso la Cina e l’India, Mosca non è riuscita a riallocare le quote di approvvigionamento che ci erano riservate prima del 2022.

Il sabotaggio dell’interdipendenza economica tra l’Europa e la Russia è l’obiettivo degli Stati Uniti nella loro guerra per procura in Ucraina, ma laddove questa relazione reciprocamente vantaggiosa persiste, nonostante le ostilità politiche e militari, i benefici sono evidenti.

Nel 2023 le banche europee che hanno continuato a operare all’interno del territorio della Federazione Russa, essendo diventate indispensabili nelle transazioni estere dopo che le principali banche commerciali russe sono state escluse dal sistema di pagamento internazionale SWIFT, hanno registrato utili per oltre 3 miliardi di euro, versando al Cremlino più di 800 milioni di euro di tasse, il quadruplo rispetto ai livelli prebellici.

L’Unione Europea sta facendo ricadere le conseguenze delle sue disastrose scelte geopolitiche sui cittadini del Vecchio Continente, sulle nostre imprese e sulla nostra produzione industriale. Mentre la Casa Bianca si arricchisce, i popoli europei perdono ogni tipo di autonomia e di rilevanza nel nuovo mondo multipolare. Dobbiamo avere il coraggio di dotarci, da un lato di strumenti strategici per ottenere maggiore indipendenza economica ed energetica dai Paesi esteri, e dall’altro accettare la nostra interdipendenza naturale e vantaggiosa con Mosca per tutelare i nostri interessi nazionali.