MOVIMENTO INDIPENDENZA - Per un Sovranismo Sociale
Movimento IndipendenzaLibertà, Lavoro, Italia.
Da circa due anni un altro movimento si è affacciato sulla scena politica italiana. E’ il movimento Indipendenza di Gianni Alemanno ex sindaco di Roma (2001-2006) ed ex ministro delle politiche agricole e forestali nel governo Berlusconi (2008-2013). Un nuovo movimento che in realtà nuovo non è, affondando le proprie radici valoriali in temi come la difesa della vita, l’umanesimo del lavoro, la dottrina sociale della Chiesa, insomma sulla scia della destra parlamentare italiana, che si può ritenere un unicum nel panorama politico internazionale, certamente non appartenendo alla famiglia del pensiero neo-liberale.
Abbiamo incontrato per i nostri lettori Chicco Costini vice segretario nazionale di Indipendenza al quale abbiamo posto qualche domanda.
Costini, di recente è stato vicesegretario nazionale di Indipendenza dalla Direzione nazionale del Movimento. Cosa si prova a far le veci di un segretario di nome Alemanno?
Alemanno è insostituibile e credo che la battaglia che sta conducendo dal carcere sul sovraffollamento dimostri la levatura di un uomo, che nonostante una situazione personale drammatica, non si arrende e continua a combattere per gli altri. Detto questo, oggi la principale criticità è evitare che la situazione di Gianni porti alla dispersione del Movimento Indipendenza che intorno alla sua figura si era aggregato. Non è un compito ovviamente che posso portare a termine da solo, ma la generosità di un bel gruppo dirigente, mi sta permettendo di riannodare i fili e di tenere la barra dritta. Il nostro obiettivo è fare in modo che quando Alemanno sarà nuovamente in grado di agire, ritrovi un’organizzazione in piedi e pronta a ripartire. In termini personali il ruolo comporta una grandissima responsabilità, di cui sento tutto il peso. Ma anni di militanza mi hanno insegnato a farmi trovare pronto sempre, e quindi schiena dritta, sguardo al sole e si va avanti.
Se dovesse riassumere in poche parole 3 obiettivi che il Movimento Indipendenza si propone in un contesto complicato come quello nel quale l’Italia, ma anche gli altri Stati europei, si trovano?
Costruire un movimento sovranista, sul modello di quelli che sono vincenti in Europa, che riporti la politica a difendere gli interessi del popolo e non delle élite. Abbiamo lanciato la sfida del sovranismo sociale, che punta a coniugare le istanze identitarie con la difesa dei diritti sociali, in un’epoca che assiste al crollo dell’utopia liberista. Combattere contro l’egoismo individuale, elevato negli ultimi anni a valore principale del nostro agire, rifiutare l’idea che il motore del mondo sia solo il profitto, riscoprire la centralità del lavoro da anteporre alla speculazione finanziaria: questi i punti cardini del nostro movimento. Combattere affinché l’Italia, e più in generale l’Europa, riconquistino la loro indipendenza politica venuta meno al termine della seconda guerra mondiale; uscire dall’Unione Europea, per poter ricostruire un’Europa dei popoli e delle identità fuori dalla NATO, in grado di muoversi in un rinnovato scenario geopolitico, non più centrato sul ruolo degli USA quale unica superpotenza, ma che vede svilupparsi una concezione multipolare. Questi sono i nostri principali obiettivi. E ancora. Fermare l’invasione dei migranti, che sta portando alla cancellazione della nostra civiltà; riprendere il controllo delle nostre città e dei nostri quartieri, smascherando l’inganno di un’accoglienza che, dietro il paravento del buonismo umanitario, nasconde l’interesse primario delle multinazionali ad importare manodopera a basso costo e ad indebolire la coscienza dei diritti civili acquisita dai lavoratori europei. Questa è l’altra trincea su cui vogliamo schierarci con determinazione.
Lei è un medico, un uomo di scienza. Un suo commento sulla gestione politica della questione Covid. E poi, che fine ha fatto il comitato degli esperti sulla pandemia?
Giorno dopo giorno gli inganni compiti durante la gestione della pandemia stanno venendo fuori. Che il virus sia stato creato in laboratorio non è più sindacabile e la leggerezza con cui sono stati immessi sul mercato i vaccini oggi non è più una fisima complottista. Sono realtà provate. La cosa che maggiormente mi ha colpito nel corso di quegli anni, da medico, è stato che l’interesse primario delle centrali scientifiche mondiali non era cercare di curare i malati, ma imporre l’utilizzo dei vaccini. Lo stesso dicasi per la segregazione in casa di milioni di persone, che si è dimostrata non solo inutile, ma probabilmente anche nociva. L’impressione è che il Covid sia stato un grande affare per Big Pharma, ed un esperimento di controllo sociale di proporzioni mondiali. La commissione, con mille difficoltà, sta andando avanti e credo che alcune verità saranno svelate. Ma anche la pandemia ci insegnato che solo se sapremo restituire la sovranità al popolo potremo evitare che gli interessi di pochi condizionino la vita di tanti.
È un fatto generalmente riconosciuto che questa Unione Europea, per com’è, non conta più nulla rispetto ai grandi blocchi che si stanno sempre più contrapponendo. Secondo lei cos’è che non va o che non ha funzionato? Un’altra Europa è possibile?
L’Unione Europea ha dimostrato, in questa fase tragica della politica mondiale, la sua inanità e marginalità. Incapace di fermare la guerra con la Russia, il cui prezzo sarà pagato solo dagli europei ed il cui guadagno sarà solo americano, inesistente nel conflitto medio-orientale, annichilita dai dazi trumpiani, Bruxelles e la sua pletora di inutili burocrati ci hanno dimostrato concretamente che oggi non esiste alcun ruolo politico continentale. L’Europa odierna è solo un laccio per la libertà dei popoli, interessata a propagandare culture degenerate, condizionata dalle lobby LGBT, serva deli interessi delle multinazionali, rappresenta un freno allo sviluppo economico delle nazioni, condannandoci ai margini della storia. Abbiamo bisogno di un’Europa che valorizzi le specificità nazionali, fondata sui valori millenari della nostra civiltà, capace di recuperare il proprio ruolo di potenza nello scenario geopolitico mondiale. Ma per fare questo è necessario prima abbattere il carrozzone di Bruxelles.
Intelligenza artificiale, informatizzazione, robotizzazione porteranno ad un progressivo risparmio le imprese che, in tutti i settori, avranno sempre meno bisogno di manodopera. Il Movimento Indipendenza che propugna la Sovranità Sociale si pone il problema di come sarà ridistribuita la ricchezza in un futuro non tanto lontano con sempre meno lavoro? Cosa ne sarà delle giovani generazioni italiane? E cosa ne sarà delle centinaia di migliaia di nuovi arrivati e di coloro che premono alle frontiere per venire da questa parte del mondo?
Come dicevo prima, noi riteniamo che la dignità del lavoro, la sua funzione di strumento per permettere agli uomini di realizzarsi, sia una delle principali battaglie del nostro tempo. L’inganno progressista, che vede in ogni nuova scoperta scientifica e tecnologica un’opportunità di miglioramento sociale, si è dimostrata totalmente falsa. Solo tornando a porre al centro la politica, gli interessi della comunità, la valorizzazione delle identità e la funzione sociale del lavoro noi potremo ricompere la frattura tra élite e popolo, che è il principale conflitto dei nostri tempi
Scendendo nel tema elettorale, il Movimento Indipendenza, pur essendo giovanissimo, alle scorse amministrative ha eletto i suoi primi sindaci. Oggi siamo alla vigilia di un’altra tornata elettorale che riguarderà molte regioni tra le quali la Campania e la Puglia. Ci può dare qualche indiscrezione in merito? Siete aperti alle alleanze elettorali?
Un partito deve essere fortemente radicale nei valori ma altrettanto pragmatico nelle scelte di azione, per cui si siamo aperti ad accordi ed alleanze elettorali, convinti che per portare avanti le nostre battaglie sia necessario essere dentro le istituzioni. Per questo ad ogni territorio è stata lasciata autonomia nelle scelte, al fine di costruire dal basso il percorso. In Calabria avremo nostri candidati nel centrodestra, nelle Marche una coalizione di forze del dissenso, nelle altre regioni ci muoveremo con la consapevolezza di non avere oggi la forza di presentare liste autonome, ma di essere comunque presenti.
di Paolo Scagliarini su La Fiaccola, 12 settembre 2025