MOVIMENTO INDIPENDENZA - Per un Sovranismo Sociale
Movimento IndipendenzaLibertà, Lavoro, Italia.
Cari amici,Siamo Gianni Alemanno e Fabio Falbo, persone detenute nel braccio G8 di Rebibbia N.C. e stiamo scrivendo a voi come a molte altre persone detenute in tutte le carceri italiane.Ci siamo posti il problema di come rompere il muro del silenzio che da questo autunno è calato sull’emergenza carceraria italiana e abbiamo pensato che l’occasione più propizia per tornare a far parlare delle persone detenute sia il #Giubileo dei #detenuti che il 14 dicembre sarà celebrato nella Basilica di San Pietro da Papa Leone XIV.In quella occasione, Il Santo Padre, sulla scia della testimonianza del compianto Papa Francesco, farà sentire la propria voce in nostro favore e noi ci auguriamo che lo faccia chiedendo esplicitamente un provvedimento di #Clemenza per ridurre il sovraffollamento carcerario.Ma anche noi persone detenute dobbiamo far sentire la nostra voce. Per questo abbiamo scritto l’APPELLO che vi alleghiamo e che vorremmo inviare per mail la sera dell’8 dicembre ai vertici istituzionali competenti. La nostra proposta è che questo gesto venga ripetuto da persone detenute in tutte le #carceri italiane.
Due persone per istituto, oppure testate di giornali interni agli istituti, o qualsiasi altro soggetto singolo o collettivo che possa rappresentare simbolicamente il singolo carcere dovrebbero, come noi, inviare questa mail o lettera la sera dell’8 dicembre.
Evitiamo raccolte di firme o petizioni per non rincorrere in sanzioni da parte delle autorità carcerarie.Ovviamente siamo disponibili a modificare la nostra proposta o il testo dell’appello che abbiamo scritto, purché tutto questo avvenga in tempi strettissimi, non solo per rispettare la scadenza dell’otto dicembre ma anche per raccogliere preventivamente le adesioni, in modo da poterle comunicare collettivamente alla stampa.
In sintesi, questa dovrebbe essere la tempistica:
GIOVANNI ALEMANNOVia Raffaele Majetti, 7000156 ROMArebibbianc@maidiremail.itoggetto: Alemanno-Giovanni-510
FABIO FALBOVia Raffaele Majetti, 7000156 ROMArebibbianc@maidiremail.itoggetto: Falbo-Fabio-893
AL PRESIDENTE IGNAZIO LA RUSSASENATO DELLA REPUBBLICAPIAZZA MADAMA, 1100186 ROMAignazio.larussa@senato.it
AL PRESIDENTE LORENZO FONTANACAMERA DEI DEPUTATIPIAZZA DI MONTECITORIO, 100186 ROMAfontana_l@camera.it
AL MINISTRO CARLO NORDIOMINISTERO DELLA GIUSTIZIAVIA ARENULA, 7000186 ROMAministro@giustizia.it
AL VICE PRESIDENTE ANNA ROSSOMANDOSENATO DELLA REPUBBLICAPIAZZA MADAMA, 1100186 ROMAanna.rossomando@senato.it
AL DIRETTORE STEFANO CARMINE DE MICHELEDIPARTIMENTO AMMINISTRAZIONBE PENITENZIARIALARGO LUIGI DAGA, 200164 ROMAcapodipartimento.dap@giustizia.it
Sappiamo bene lo scetticismo e il risentimento che si è diffuso fra la popolazione carceraria, a fronte dell’inqualificabile comportamento dei vertici del Ministero della Giustizia al crescere del sovraffollamento e del degrado delle nostre carceri, ma questo non deve essere un motivo per rinunciare a farci sentire, proprio in un momento così importante.Almeno ci saremo levati la soddisfazione di dire come la pensiamo e di dimostrare che negli istituti di pena non vivono bestie condannate al silenzio. Poi, se Papa Francesco e Papa Leone quattordicesimo ci faranno il miracolo di costringere la politica ad occuparsi veramente e seriamente di noi…Dateci riscontro, anche se negativo. Un abbraccio.Gianni ALEMANNO e Fabio FALBO
14 dicembre 2025APPELLO DALLE CARCERI NEL GIUBILEO DEI DETENUTI
Al Presidente del Senato della RepubblicaSen. Ignazio La RussaAl Vice Presidente del Senato della RepubblicaSen. Anna Rossomando
Al Presidente della Camera dei DeputatiOn. Lorenzo Fontana
Al Ministro della GiustiziaOn. Carlo Nordio
Al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione PenitenziariaDott. Stefano Carmine De Michele
Signori Presidenti, Signor Ministro, Signor Direttore,il prossimo 14 dicembre si svolgerà nella Basilica Vaticana il “Giubileo dei detenuti” con una celebrazione presieduta da Sua Santità Papa Leone XIV.È un appuntamento fortemente voluto dal Santo Padre Francesco nell’ambito del Giubileo “Spes non confundit”, nella cui Bolla di indizione troviamo scritto:“Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. Propongo ai governi che nell’Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza: forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in se stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi.”Ci permettiamo di domandare alle SS. VV. come le istituzioni italiane vogliano celebrare questo importante evento e come intendano rispondere, dopo quasi un anno di attesa, all’appello a loro rivolto dal compianto Papa Francesco, proprio in un momento in cui gli Istituti di pena si trovano in una situazione di grave emergenza, che si scarica sulla condizione delle persone detenute e dei lavoratori che operano in questo contesto.Come sapete, il sovraffollamento delle carceri italiane sta toccando vertici raramente raggiunti nella storia della Repubblica: siamo al 137,07% di sovraffollamento con 63.467 persone detenute a fronte di 46.304 posti realmente disponibili. Questo sta provocando in tutte le carceri italiane una profonda e negativa trasformazione, che vede le persone detenute sprofondare in condizioni che rientrano nella fattispecie dei “trattamenti inumani o degradanti” sanzionati dall’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, senza spazi di vivibilità nelle celle e con la soppressione delle iniziative di socialità e di trattamento culturale e lavorativo.Anche l’assistenza sanitaria viene gravemente compromessa, per le carenze dei presidi all’interno degli Istituti e la mancanza di scorte per accompagnare le persone detenute alle terapie esterne. Il risultato più evidente di questa situazione sono le morti in carcere: nel 2024 sono decedute 238 persone detenute, fra cui 83 suicidi, mentre al 31 ottobre di quest’anno sono 69 le persone detenute che si sono tolte la vita e 135 sono quelle morte per altre cause.A fronte di questa situazione non si sono registrati interventi urgenti ed efficaci, al contrario l’Amministrazione ha preso dei provvedimenti che sembrano finalizzati a chiudere ancora di più gli spazi di vivibilità dietro le sbarre. Infatti il 10 e 21 ottobre 2025 il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha emanato due circolari che, rispettivamente, riducono la possibilità di utilizzare servizi sanitari esterni agli istituti di pena e – per le carceri che hanno al loro interno reparti di alta sicurezza, ovvero in quasi tutti gli istituti di pena – centralizzano l’autorizzazione delle attività trattamentali, svuotando il ruolo dei Direttori degli istituti e minando le competenze che l’articolo 17 dell’Ordinamento Penitenziario assegna ai magistrati di sorveglianza, come è stato denunciato dal CONAMS (Coordinamento Nazionale dei Magistrati di sorveglianza). In questo modo avviare le attività trattamentali diventa ancora più difficile e tutti gli operatori esterni – dalle Università, alle organizzazioni di volontariato e del Terzo Settore, alle imprese private – vengono ostacolati e demotivati nelle loro attività.Infine, non possiamo non registrare con rammarico che a molte redazioni di giornale interne alle carceri sono state ritirate le autorizzazioni a stampare e diffondere nuovi numeri del loro prodotto editoriale, come ha reso noto il “Coordinamento dei giornali e delle altre realtà dell’informazione sulle pene e sul carcere”, ricevendo anche la solidarietà della Federazione Nazionale della Stampa (FNSI). Questi giornali sono una delle forme più antiche e radicate di espressione e di partecipazione delle persone detenute e quindi ogni redazione che chiude la sua attività è una voce che si spegne e un pezzo di speranza che si infrange.Signori Presidenti, Signor Ministro, Signor Direttore,Vi chiediamo una profonda riflessione sulle scelte da compiere. Alcuni di noi saranno sicuramente presenti il 14 dicembre nella Basilica Vaticana quando Papa Leone XIV darà seguito agli intendimenti del suo predecessore Papa Francesco. Non vogliamo credere che pur legittime preoccupazioni elettorali e antiche inerzie burocratiche possano impedire alle forze politiche di maggioranza e di opposizione di costituire un ampio fronte pubblico per concedere “forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in se stesse e nella società” e per ricostruire “percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi”. L’esperienza di questi anni ci ha dimostrato che ogni altro provvedimento per ridurre il sovraffollamento è illusorio perché solo un intervento di emergenza può aprire lo spazio per una vera riforma strutturale.L’alternativa è passare dall’emergenza al disastro annunciato, al collasso finale delle carceri italiane, che sarebbe una sconfitta per tutti, innanzitutto per la credibilità dello Stato italiano.Ma siccome questo Giubileo ci insegna che la “Speranza non delude” siamo convinti che non lascerete cadere questa occasione per ridare speranza e dignità al mondo delle carceri, alla popolazione detenuta come agli uomini e alle donne della Polizia penitenziaria.Con deferenzaGianni AlemannoFabio FalboRoma Rebibbia novembre 2025