MOVIMENTO INDIPENDENZA - Per un Sovranismo Sociale
Movimento IndipendenzaLibertà, Lavoro, Italia.
(riceviamo da Gianni Alemanno e pubblichiamo nel rispetto delle norme dell’Ordinamento)
C’è ancora un’ItaIia che vuole cambiare, che non si rassegna a sparire, che ha ancora la forza di credere, di creare, di amare. È il Popolo italiano, quello vero, autentico, che scopri nelle borgate, nei quartieri vivi delle città, nella provincia profonda, nei casolari di campagna, in cima alle montagne e in riva al nostro mare. Un popolo semplice che non ha paura di nessuno e che odia i discorsi politicamente corretti delle élite.
Un Popolo in cui ceto medio e ceti popolari si sono finalmente stretti la mano, uniti dalla consapevolezza di vivere solo del proprio lavoro e di dover lottare insieme contro la povertà che cresce, contro le speculazioni finanziarie e una folle ricchezza concentrata in poche mani.
Un’Italia che vuole lavorare, fare impresa, creare qualcosa. Ma che trova solo lavori poveri, senza diritti, contesi con i nuovi schiavi portati dall’immigrazione clandestina. Questo lavoro povero è l’unica occupazione che oggi cresce nel nostro Paese, umiliando i giovani e rendendo difficile alle famiglie arrivare alla fine del mese.
Un’Italia che sa fare impresa, contro la burocrazia, contro le tasse, contro la concorrenza sleale delle multinazionali, contro sindacati che tutelano solo sé stessi, contro la corruzione diffusa e contro una magistratura che vede reati dappertutto. Per creare qualcosa, secondo il genio italiano, oltre la mediocrità, la cancellazione delle identità, la “prevalenza dei cretini” nello Stato e nel Governo. Un’Italia che non vuole fuggire all’estero per trovare lavoro e per fare impresa, perché ha i piedi piantati nella nostra Terra e in mezzo al nostro Popolo.
Un’Italia che vuole mettere su famiglia, ma che non può fare figli perché uomini e donne sono schiacciati da stipendi e salari modesti, non trovano casa, o la trovano occupata da chi non ha diritto, non hanno asili nido e aiuto alle madri. E che scoprono che la principale attenzione data alle famiglie non è ridurre le tasse e offrire servizi, ma promuovere l’adozione nelle coppie omosessuali.
Un’Italia che crede nei diritti sociali, quelli veri, non l’assistenzialismo. Che vuole ospedali e pronto soccorsi degni di questo nome, senza liste d’attesa vergognose, con medici e infermieri capaci, motivati e ben pagati, non una sanita in mano alla speculazione privata permessa dalla corruzione pubblica.
Un’Italia che non vuole sussidi clientelari, ma una solidarietà legata al merito, che sappia aiutare quando qualcuno cade, ma che Io costringa a rimettersi in piedi per tornare a camminare con le proprie gambe.
Un’Italia che vuole creare e trasmettere cultura, come ha sempre fatto nei secoli. Per fare cultura ci vuole identità e merito, radici forti e fronde potate. Scuola e Università pubblica che tornino aII’ecceIIenza, che facciano tesoro della ricerca, dove i poveri possano sfidare i ricchi e i capaci vaccino i raccomandati dalle lobby. Non scuole dove gli studenti non imparano più l’italiano e la matematica, ma sono invasi daII’ideologia gender e dalle follie woke.
Un’ltalia che combatte la cultura della droga che ci circonda, che assedia i nostri figli, entra in tutti gli strati sociali, diventa causa di follie criminali. Per rimettere al centro la disciplina della mente e del corpo, la religiosità e lo spirito, Io sport vissuto come stile di vita, la bellezza, la natura, l’ambiente come nutrimento forte dell’anima.
Un’Italia che non vuole perdere la sua identità, che si commuove quando sente l’Inno nazionale, quando guarda, percepisce, mangia qualcosa d’italiano. Un’Italia che non vuole essere invasa da immigrati, che quando sono troppi devastano la nostra identità ferita, che compromettono la sicurezza, che divengono schiavi del capitalismo per sfruttare meglio anche i lavoratori italiani. Un’Italia che non accetta di farsi violentare da bande di ragazzi immigrati di seconda e terza generazione, di consegnargli le nostre piazze più belle e i nostri quartieri più antichi.
Un’Italia forte, che impone la reciprocità del dono, come la reciprocità dell’accoglienza e il valore della cittadinanza, perché può rimanere in Italia solo chi sa e vuole rispettare il popolo italiano, chi non si sogna di violare le nostre leggi, anche sbarcando clandestino sulle nostre coste.
Un’Italia dove chi sbaglia paga, dove c’è la certezza della pena, dove la sicurezza del cittadino sia la base di ogni libertà, ma dove a nessuna persona venga negata la dignità umana e il diritto di rimettersi in piedi e riscattarsi.
Un’Italia che vuole partecipare, costruire comunità, riappropriarsi della Res pubblica, della politica e della democrazia. Lo Stato delle burocrazie e dei poteri oscuri è il nemico da combattere, per ricostruire Io Stato-nazione degli Italiani e Io Stato-comunità dei cittadini.
Un’Italia stanca di essere suddita delle follie deII’Unione Europea, del Green Deal, del cibo sintetico, del Patto di stabilità, delI’Euro dei banchieri e non vuole più combattere le guerre degli americani. Un popolo italiano che, proprio dall’inizio di questo secolo, ha capito che non c’è libertà senza sovranità e senza lndipendenza.
QUESTA ITALIA, QUESTO POPOLO ITALIANO, DA PIÙ DI TRENT’ANNI VOTA IN MASSA CHI PROMETTE IL CAMBIAMENTO: prima la “rivoluzione liberale” di Berlusconi, poi le “rottamazioni” di Matteo Renzi, il populismo dei 5 Stelle, il sovranismo di Matteo Salvini e, infine, il “patriottismo” di Giorgia Meloni. Una delusione dopo l’altra, un fallimento dopo l’altro. Fino ad oggi.
Cosa è rimasto delle promesse di Giorgia Meloni? Ha vinto le elezioni del 2022 perché ha avuto il coraggio di essere l’unica opposizione al governo europeista e filo-americano di Mario Draghi, per poi continuare a fare la stessa politica di Mario Draghi. Si è allineata all’Amministrazione americana di Joe Biden per avere più forza nei rapporti con i partner europei, ma oggi è sottomessa tanto agli USA e alla NATO quanto all’Unione Europea.
Ha firmato il nuovo Patto di Stabilità europeo che vincola la nostra economia peggio del precedente, ha continuato a prendere soldi in prestito (che dovremo presto restituire con gli interessi) dal PNRR inventato da Giuseppe Conto e oggi si è impegnata a portare le spese militari al 5% del PIL, comprando armi americane per regalarle a Zelensky. Chi pagherà il conto di tutte questi impegni finanziari? Quanti sacrifici e quante tasse ci chiederanno per fare bella figura a Washington e a BruxeIIes?
Con la nuova elezione di Donald Trump l’ItaIia aveva la possibilità di liberarsi dei vincoli dell’Unione europea – come ha fatto la Gran Bretagna con la Brexit durante la prima presidenza Trump – e invece, per protagonismo fine a sé stesso e per paura di decidere, è rimasta vittima della sudditanza europea e contemporaneamente cerca di compiacere anche l’inquilino della Casa bianca. Oggi che Trump mette i dazi contro l’Unione Europea e contro la Germania, Giorgia Meloni non ha il coraggio di andare a Washington a trattare da sola per difendere la nostra economia, né di ricostruire un rapporto con i paesi BRICS dopo aver fatto la guerra alla Russia e aver stracciato la “Via della Seta” della Cina. Per questo Governo i BRICS sono le “autocrazie orientali” con cui dovremmo scatenare un folle “conflitto di civiltà”. Nel Mediterraneo si sono giocati la faccia, chiudendo gli occhi di fronte allo sterminio perpetrato dal Governo Netanyahu nella Striscia di Gaza e alla violazione della sovranità del Libano, dell‘Iran e della Siria, distruggendo così la credibilità dell’ItaIia nei confronti dei paesi arabi e islamici.
Giorgia Meloni ha speso sovranità nazionale per comprare protagonismo, un protagonismo fine a sé stesso che non serve l’interesse nazionale.
Poi ci stupiamo che il Governo Meloni — come tutti i precedenti governi – non riesca ad affrontare i problemi degli Italiani, a mantenere nessuna promessa elettorale? Un Governo – composto, con le dovute eccezioni, dagli “amici” e non dai “migliori” -che deve affrontare i crescenti problemi economici e sociali dell’ItaIia, senza tutte le risorse finanziarie succhiate dai compromessi accettati a livello internazionale. Un Governo che, proprio per questo, non può mantenere la promessa di abbassare le tasse agli Italiani, e continua a chiedere sempre di più ai cittadini, senza offrire nulla in termini di qualità dei servizi.
Certo, il Governo “conservatore” della Meloni ha fatto accordi nel Mediterraneo per fermare l’immigrazione, ma non riesce a espellere i clandestini senza diritti; ha sfornato una lunga serie di leggi repressive per garantire la sicurezza dei cittadini, ma le nostre città continuano ad essere “terra di nessuno” per mancanza di risorse e controllo del territorio: critica e frena la cultura progressista, ma non ha inciso le fondamenta liberali del “politicamente corretto”, scatta sull’attenti quando il Presidente Mattarella ripete le logore formule del buonismo democratico e gira la testa dall’altra parte quando i ragazzi di destra continuano ad essere arrestati per un “presente ai caduti” a i movimenti sovranisti europei rischiano di essere messi fuorilegge.
Si vanta dei dati dell’occupazione da lavoro povero, delle valutazioni positive delle agenzie di rating e dei mercati finanziari, ma l’economia reale non cresce (nonostante il fiume di risorse preso a prestito con il PNRR) e sul nostro export sta arrivando la mazzata dei dazi di Trump. Non vede gli ospedali sfasciati, le scuole cadenti, le città in declino, le infrastrutture senza manutenzione, le carceri sovraffollate, le famiglie che faticano a vivere.
LA GRANDE FORTUNA DI GIORGIA MELONI È Dl NON AVERE ALTERNATIVE, né nel centrodestra, né nell’opposizione di sinistra. EIIy Schlein sembra impegnata solo nel lanciare battaglie utili a coprire il vuoto del Governo, dal disastroso referendum sulla cittadinanza, alla difesa di una magistratura inadeguata, alle campagne per falsi diritti civili rifiutati dalla gente comune.
IL COMPITO DI lNDIPENDENZA É COSTRUIRE QUESTA ALTERNATIVA, per liberare il voto identitario e sovranista dalla scelta obbligata di votare Meloni o di astenersi, per dare di nuovo voce alI’ltaIia che non si vuole arrendere e che vuole cambiare.
Non importa che le nostre forze appaiano inadeguate rispetto a questo compito, l’importante è che questo posizionamento politico venga finalmente occupato con un messaggio chiaro e forte. Più andrà avanti questa legislatura, più scoppieranno le contraddizioni di questo Governo, più persone, più gruppi sociali, anche pezzi di politica, cercheranno un’alternativa, cercheranno il vero Sovranismo, e noi dobbiamo essere il faro che guida questa ricerca.
PER RAGGIUNGERE QUESTO OBIETTIVO INDIPENDENZA DEVE RIMANERE UN MOVIMENTO APERTO, pronto ad allearsi e a fondersi con altre forze politiche e sociali. pronto ad accogliere e a trasformarsi, a patto di non confondere il messaggio con interlocutori improbabili e contraddittori.
NOI SIAMO IL SOVRANISMO SOCIALE, un progetto politico fondato sui valori identitari e sulla partecipazione sociale, un progetto che per risolvere i problemi dei cittadini deve partire dalla riconquista delta sovranità nazionale e popolare deII’Italia.
Non siamo soli: i nostri naturali alleati sono i movimenti sovranisti europei, che stanno vincendo le elezioni in tutto il Continente e che hanno rotto con il Gruppo dei conservatori europei a cui appartiene Fratelli d’ItaIia.
In Italia il Sovranismo è stato risucchiato e messo all’angolo dal neo-conservatorismo liberale dominante nel Governo, noi dobbiamo farlo rinascere per metterci in sintonia con il cambiamento che sta divampando in Europa.
Il principale conflitto politico che oggi domina in Europa è quello tra il vecchio establishment progressista e liberale, arroccato nei palazzi di Bruxelles e nelle cancelleria dei principali paesi membri e, sull’altro fronte, il vasto arcipelago di sigle e organizzazioni che costituiscono il movimento sovranista europeo. È una guerra senza esclusioni di colpi, dove i cosiddetti alfieri della democrazia liberale non si sono fatti scrupolo di criminalizzare i loro avversari politici, usando le armi della diffamazione e delle inchieste giudiziarie.
NOI NON POSSIAMO NON SCHIERARCI CON IL SOVRANISMO EUROPEO, portando in esso i contenuti e le battaglie del nostro Sovranismo sociale.
C’è un largo spazio che il Movimento Indipendenza può occupare, a patto però di muoversi con pragmatismo, determinazione e senza paraocchi ideologici, nel nuovo scenario che sta emergendo in tutto l’Occidente.
QUESTE SONO LE NOSTRE PRIORITÀ:
Roma Rebibbia, 17 luglio 2025
Firmato: Gianni Alemanno
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